L'ottava edizione del progetto "Vita Militare e Civile nel Risorgimento Italiano" identifica come leitmotiv che accomuna le "tappe" progettuali l’ingegno artistico: Fattori, Induno, Bossoli, Hayez sono solo alcuni nomi degli artisti che, con le loro opere, tracciano la guida di questo nostro percorso storico-culturale. Scene di un campo di battaglia, di uno scontro a fuoco, piuttosto che dell’attraversata di un fiume, del commiato dall’amata o la partenza dei coscritti...tante immagini che testimoniano il Risorgimento italiano attraverso piccoli e semplici gesti, attraverso pennellate precise e dettagliate o sfocate linee scure.
Un Risorgimento romantico e moderno allo stesso tempo, visto spesso dagli occhi e dal ricordo di chi era sul campo o in un luogo preciso.
Facendo tesoro di questo grande patrimonio artistico, sarà nostra cura metterlo in campo attraverso la living history, cercando di riprodurre e ripresentare agli occhi del pubblico quelle stesse emozioni che scaturiscono dall’osservare le opere d’arte.i luoghi della memoria, cioè le dimore storiche, palazzi, fortificazioni che, a vario titolo, hanno lasciato traccia dell’esperienza risorgimentale.
Presentiamo, dunque, gli spazi ed i luoghi che ci vedranno attori nel riportare la Storia a vivere in questo anno 2025.

brochure interna


La Battaglia di Palestro e la Presa di Vinzaglio - 24 e 25 maggio

Palestro (PV) e Vinzaglio (NO)

Rievocazione Battaglia di Palestro e VinzaglioLa vicenda storica
Il primo grande scontro della Seconda Guerra di Indipendenza fu la battaglia che coinvolse i territori di Vinzaglio, Casalino, Confienza e Palestro, passata alla storia come “La battaglia di Palestro”. All’alba del 30 maggio i Piemontesi passato La Sesia si scontrarono con la divisione Lilia (circa 6500 uomini), costringendola alla ritirata. Quella sera stessa, il Feldmaresciallo Zobel ricevette l’ordine di riconquistare le località perse e a tal fine preparò un attacco per il giorno seguente con le divisioni Lilia e Jellacic: due brigate furono utilizzate per un attacco su Palestro, una per assalire Confienza mentre un'ultima brigata fu posta a riserva. Il 31 maggio, 25000 Austriaci tentarono di riprendere le posizioni perdute nel fatto d’armi del giorno precedente. Il paese di Palestro si presentava difeso da circa 13000 uomini al comando del generale Cialdini affiancato da Vittorio Emanuele II. L’offensiva austriaca fu sbaragliata completamente dagli Zuavi francesi guidati da Vittorio Emanuele in persona. Moltissimi soldati austriaci annegarono nel cavo Sartirana nel corso della ritirata. In questo conflitto gli alleati ebbero molti morti e feriti; ma il nemico, oltre il maggior numero di morti e feriti, e 400 che perirono annegati in un canale, lasciò agli alleati 1000 uomini prigionieri e 8 cannoni, dei quali cinque furono presi dagli Zuavi che fecero prova di sommo valore.
La presa di Vinzaglio fu un episodio della più ampia battaglia di Palestro che si svolse il 30 maggio 1859.
La 3a divisione del generale Durando assalì il borgo di Vinzaglio che era stato occupato dagli austriaci senza colpo ferire. Il borgo venne conquistato in due ore circa, impegnando il 10o battaglione bersaglieri ed il 7o reggimento di fanteria di linea, rafforzato da elementi della brigata “Cuneo”. Gli austriaci, che avevano occupato la cittadina unicamente come avamposto, vi avevano dislocato poche truppe: una compagnia di jäger e una di fanteria, oltre ad una sezione di artiglieria di 2 pezzi. Malgrado questo, la resistenza delle truppe imperiali fu strenua dal momento che solo l’intervento del 2o battaglione bersaglieri e di uno squadrone del Piemonte Reale li costrinse a ritirarsi.

Il Castello e la Regia Cavalleria - 15 giugno

Moncrivello (VC)

Manifesto MoncrivelloLa vicenda storica
All’inizio della seconda guerra di indipendenza italiana, nel timore che l’armata austriaca potesse attaccare la capitale del piccolo regno sabaudo, venne disposto un dispiegamento di forze ed unità, militari e civili, a protezione di Torino, sulla direttrice Chivasso-Vercelli.
In tale contesto il castello del Marchese del Carretto, fedelissima famiglia nobiliare devota alla corona Savoia, ed il piccolo paese di Moncrivello vennero ad accogliere un intero reggimento di cavalleria pesante, andando a realizzare, con ogni probabilità, alcuni manufatti ancora oggi visibili per le strade di Moncrivello.
Diverse le testimonianze della presenza delle truppe sabaude sul territorio moncrivellese, ma anche limitrofo, come a Cigliano, piuttosto che a Borgo d'Ale, Alice Castello, piuttosto che a Villareggia o a Mazzè con operazioni di controllo e di monitoraggio della vasta pianura e delle colline circostanti.
Non fu una zona di scontri nè vi sono testimonianze di violenze perpetrate ai danni della popolazione locale, tuttavia la permanenza delle truppe regie segnò indelebilmente queste terre lasciando tracce e ricordi che ancora oggi si narrano o tramandano.

Una Villa dell'Ottocento - 12 luglio

Cavaglià (BI)

Villa SalinoLa vicenda storica
Pietro Giovanni Salino di Cavaglià prese parte alle guerre per l’indipendenza italiana partecipando quale maggiore d’artiglieria alla battaglia di Palestro ed in particolar modo eccellendo nel fornire indicazioni alle batterie sotto il suo comando, tali da venirgli riconosciuta la medaglia d’argento al valor militare per quanto accaduto a Confienza il 31 maggio 1859. Per l’ardore con cui seppe comandare i suoi uomini durante la successiva battaglia di Magenta gli venne conferita direttamente dal generale francese Patrice de Mac Mahon, la legion d’onore, la più alta onorificenza francese. La carriera militare di Salino culminò nel più alto grado di generale. Durante la presenza austriaca in Piemonte, nella primavera del 1859, il paese di Cavaglià e la stessa villa, di proprietà della famiglia Salino, vennero occupate da alcuni militari; il sindaco Giovanni Stefano Nicolello per aver taciuto la presenza dei piemontesi nel vicino Comune di Alice Castello venne minacciato di morte dagli stessi austriaci. Il celere sgombero dalle terre biellesi delle truppe dell’imperatore Francesco Giuseppe, avvenuto nella giornata del 10 maggio 1859, evitò ripercussioni sulla popolazione.

I Piemontesi all'Esseillon - 20 e 21 settembre

Avrieux (Francia)

La vicenda storica
Eretta tra il 1817 e il 1834 per difendersi da eventuali attacchi francesi, la barriera dell'Esseillon è composta da cinque forti nei comuni di Aussois e Avrieux.
La barriera dell'Esseillon comprendeva 4 forti e una ridotta che portavano il nome di membri della famiglia Savoia. Furono costruiti secondo il modello di Montalembert che, a differenza del modello di Vauban, si basa sul principio delle fortificazioni perpendicolari e delle torri d'armi:
- Forte Victor-Emmanuel (Grand Site du Département e Sito di interesse regionale, questo edificio è stato sottoposto a un importante programma di restauro.
- Fort Charles-Albert (di questo edificio rimangono solo due piccoli edifici di guarnigione e la base di una torre).
- Fort Charles-Félix (distrutto per ordine di Napoleone III quando la Savoia divenne parte della Francia nel 1860).
- Fort Marie-Christine (centro culturale, gîte di sosta, ristorante e porta del Parco Nazionale della Vanoise, dove è possibile visitare e partecipare a eventi speciali).
- Redoute Marie-Thérèse (Centro di interpretazione del patrimonio fortificato).
Presso il sito dell'Esseillon trascorse una parte del proprio servizio militare, nella specialità del genio, il giovane Camillo Benso conte di Cavour.

 

I Cacciatori delle Alpi alla Rocca di Verrua - 4 e 5 ottobre

Verrua Savoia (TO) e Crescentino (VC)

La vicenda storica
Il corpo volontario dei Cacciatori delle Alpi venne costituito con decreto reale il 17 marzo 1859 affidandone il comando a Giuseppe Garibaldi, nominato per l’occasione maggior generale. All’inizio delle ostilità, i Cacciatori delle Alpi erano schierati all'estremo Sud del concentramento di truppe alleate franco-piemontesi, alla destra del Po a Brusasco, Cavagnolo e Verrua.
Da Brusasco partirono varie compagnie armate, al comando del capitano Gorini, per presidiare la fortezza di Verrua, con cannoni moderni del modello Cavalli.
Nel frattempo, Garibaldi fece realizzare dai “Cacciatori delle Alpi” molte trincee campali nella confluenza della Dora nel Po, sotto la rocca di Verrua, ispezionata di persona e considerata assai importante per la qualità strategica dell’ampio orizzonte sulla pianura sottostante e per il controllo del traffico fluviale. Fu poi la volta dei circostanti moduli collinari, da lui presidiati con contingenti distribuiti tra Brozolo e Cavagnolo, tra la rocca di Verrua e le immediate vicinanze, nell’eventualità che gli austriaci scegliessero la meno agevole, ma più vulnerabile, strada della Valcerrina.
Garibaldi volle infine insediare in località Case Coppa, un servizio logistico di sussistenza e di assistenza ai feriti con relativa ambulanza.
Il 2 maggio 1859 i Cacciatori delle Alpi erano attestati a Pontestura. L’8 maggio furono spostati da Pontestura a Torrazza.
l movimento dei Cacciatori ebbe inzio all’alba dell’8 maggio; mentre le ultime due compagnie del reggimento Medici stavano per muoversi, apparvero provenienti da Balzola e Villanova due colonne austriache con le quali fu iniziato un intenso combattimento, che ebbe il suo epilogo con un drammatico attacco corpo a corpo alla baionetta, operato dalla compagnia De Cristoforis dei Cacciatori e da alcuni plotoni di bersaglieri e, successivamente, con l'inseguimento del nemico da parte della cavalleria sardo- piemontese.
A Pontestura i Cacciatori delle Alpi trovarono il generale Garibaldi, di ritorno da San Salvatore, dove aveva avuto un colloquio con il sovrano, il quale gli aveva dato l’ordine di partire “con il doppio obiettivo di cercare d’impedire al nemico di portarsi sopra Torino, recandosi a Biella da Ivrea e la Serra in modo di agire sulla destra austriaca al Lago Maggiore nel modo che meglio credeva”.
Il 17 maggio Garibaldi ricevette l'ordine di trasferirsi da Cascine di Stra a Biella dove giunse il 18 maggio rioccupando la città abbandonata dagli Austriaci il giorno 9 precedente. Dal 20 maggio i Cacciatori delle Alpi iniziarono il trasferimento verso il Lago Maggiore per impegnare l’ala destra dello schieramento Imperiale seguendo il percorso Gattinara, Romagnano Sesia, Borgomanero, Oleggio Castello, Arona e Castelletto Ticino.
Nella notte del 22 maggio attraversarono il Ticino conquistando Sesto Calende e giungendo a Varese nella notte del 23 maggio 1859.
Da lì in poi, l’avanzata di Garibaldi e dei Cacciatori delle Alpi sul suolo lombardo-veneto venne solo più interrotta dall’Armistizio di Villafranca, con le vicende a tutti note.

Le Terre Cavouriane nel Risorgimento - 24 ottobre

Bianzè (VC)

La vicenda storica
Bianzè è un piccolo Comune vercellese che conta poco più di 1800 abitanti e che parrebbe non avere una storia significativa da raccontare, ancor più nel periodo risorgimentale. Ed invece non è così. Vicende millenarie videro assegnare alla piccola comunità vercellese, da parte della famiglia Savoia, il titolo di marchesato alla famiglia Bobba e successivamente ad altre famiglie sino ad arrivare, nel periodo di nostro interesse, a tale Enrico Morozzo della Rocca: il celeberrimo soldato, dalla folgorante carriera militare, ministro della guerra nel 1849, capo di Stato Maggiore nel 1859, generale d’Armata nel 1860 durante l’Assedio di Capua, oltre ad essere conte di Morozzo, era appunto marchese di Bianzè.
Ma più che la figura di un solo uomo o della sua famiglia, ciò che maggiormente segnò, nel periodo risorgimentale, il Comune di Bianzè fu l’estensione del proprio territorio comunale e le attività agricole in esso esercitate.
Bianzè, posto a crocevia tra il Biellese ed il Monferrato, quasi fosse uno degli ultimi baluardi della piana vercellese per raggiungere la capitale sabauda di Torino, fu uno dei maggiori territori impegnati dall’inondazione programmata da Carlo Noè per fermare l’avanzata austriaca.
I suoi campi, le sue terre vennero colmate di quelle acque che, grazie all’estro di Camillo Cavour, erano state canalizzate e rese utili per l’irrigazione delle campagne. Lo stesso conte Cavour, dalla Tenuta di Leri, conduceva molte terre site, in realtà, nel Comune di Bianzè.

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